Alimentazione Consapevole: E’ Possibile? Parte 1

Allevamenti e Coltivazioni Intensive

L’alimentazione è da sempre al centro di mode, stili di vita e diete ma siamo veramente a conoscenza del modo più corretto per nutrire il nostro corpo e il nostro spirito? Non è più sufficiente leggere le etichette dei prodotti che ci ingurgitiamo tutti i giorni dove sono elencati provenienze e ingredienti di cui ci capiamo poco o nulla, quindi forse è arrivato il momento di cercarsi delle informazioni più approfondite e corrette per formarsi nuove idee.
Gran parte del cibo che ci arriva sulle nostre tavole e dentro i ristoranti proviene da allevamenti e agricoltura intensiva.
Al mondo ogni anno vengono allevati circa 70 miliardi di animali per la produzione di cibo, in questi dati non sono conteggiati i pesci allevati in acquacoltura, la maggior parte dei quali (circa un 70%) sono allevati in sistemi intensivi. Quello intensivo è un particolare sistema di allevamento nato nel 1926 e poi diffusosi nel XX° secolo in cui all’animale non viene consentito di esprimere il suo comportamento naturale. Gli allevamenti intensivi compromettono altamente il benessere animale che sussiste quando vengono rispettati tutti i comportamenti che riguardano il benessere fisico, psicologico ed etologico (la possibilità di esprimere comportamenti tipici della specie), e di conseguenza anche la salute di questi animali che vengono allevati solo per uno scopo, diventare cibo. Inoltre tutti i sistemi intensivi producono effetti disastrosi anche sull’ambiente provocando riscaldamento globale, inquinamento e riduzione della biodiversità, e nelle persone più disagiate provocando malnutrizione e disuguaglianza alimentare.
Non per ultimo gli allevamenti intensivi fanno danni anche alla nostra salute in quanto gli antibiotici sono diventati uno strumento utilizzato dall’industria zootecnica per mantenere in vita animali che, in condizioni disumane di sovraffollamento e di vita innaturale, si ammalano con estrema facilità. L’abuso di antibiotici ha dato origine all’antibiotico resistenza un fenomeno molto grave per cui alcuni batteri stanno sviluppando o hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici stessi che utilizziamo per curarci. Si stima che l’antibiotico resistenza faccia all’anno solo in Italia tra le 5000 e 7000 vittime. Non è uno scherzo amici una persona mangia la carne che molto probabilmente proviene da allevamenti intensivi e in un futuro c’è il rischio che questa possa morire per una semplice influenza.
Passiamo al pesce…
E’ in gran parte contaminato da microplastiche e metalli come mercurio, nelle forma di metilmercurio, la cui più alta concentrazione si ritrova nei grandi predatori come tonni, pesce spada, verdesca in quanto si trovano ai vertici della catena alimentare. Ma piccole quantità sono presente in tutti i pesci quindi anche nel salmone, merluzzo, sogliola e gamberetti. (5) Una delle cose più sconvolgenti inoltre è che un terzo del pescato complessivo mondiale non raggiunge mai una bocca umana, esso viene destinato ad alimentare pesci allevati, suini e pollame, perché qui non si parla di spreco alimentare? Il consumo di pesce nel mondo, derivante per il 40% da allevamenti e acquacoltura,  non è summenzionato nei dati citati sopra di 70 miliardi di animali.
Non credete che ridurre i consumi di prodotti di origine animale sia necessario e etico per il bene della nostra Madre Terra, per la nostra salute ma anche per l’impatto sulla Natura che essi hanno come erosione del suolo, distruzione delle foreste, desertificazione e consumi dell’acqua.
Le coltivazioni biologiche e biodinamiche, come gli allevamenti, non sono solo più vicini alla Natura ma in molti casi si rivelano più produttivi e in ogni caso i frutti che questi sistemi producono sono maggiormente ricchi di nutrienti.

Ogni 2,3 secondi un bambino muore per malnutrizione o denutrizione(1) come sono 38.ooo i bambini che muoiono al giorno per lo stesso problema(1) quanto ci sono il 90% di campi USA allevati a soia che viene utilizzata esclusivamente per gli animali da allevamento, lo stesso vale per il 95% dei campi allevati ad avena, o l’80% coltivata a mais. Perché si preferisce dar da mangiare a milioni di animali da allevamento che vivono tra l’altro in stato precario per lasciar morire migliaia di esseri umani solo per il profitto economico?

Consumo Energetico, delle Acque e Pesticidi

Credo sia importante porre attenzione sui reali consumi che i vari alimenti che ci troviamo sulla nostra tavola hanno e sui quali magari non abbiamo mai posto l’attenzione. Più i procedimenti di produzione del cibo diventano industriali più essi diventano energivori, ovvero consumano molte risorse energetiche.
I consumi d’acqua negli allevamenti di bestiame sia da carne che da latte sono esorbitanti. Le acque vengono utilizzate per il sostentamento di questi animali ma soprattutto per pulire le stalle che ovviamente andrà sprecata e gettata tra i reflui zootecnici con alti rischi di inquinamento sia delle acque superficiali sia delle falde acquifere. I nitrati, ovvero le sostanze presenti all’interno dei fertilizzanti utilizzati nelle coltivazioni, nel caso in cui la loro concentrazione nel terreno raggiunge livelli elevati, questi non vengono più trattenuti e possono di conseguenza essere facilmente dilavati andando ad inquinare le falde. Queste concentrazioni di sostanze sono giustamente tossiche per l’uomo, gli animali e le piante.
Un altro pericolo è costituito dal glifosato, un diserbante erbicida tossico probabilmente cancerogeno che viene spruzzato sulle principali colture e monocolture di tutto il mondo, come quella di soia OGM e di grano. E’ talmente potente che se mangi il frutto di una pianta trattata con il glifosato, si troveranno le tracce del pesticida nelle tue urine. In poche parole il glifosato viene assorbito dalle parti verdi della pianta e poi trasferito fino alle radici e in una decina di giorni la vegetazione secca. Un pesticida diabolico come quelli neonicotinoidi che provocano rischi elevati per le api e per tutti gli insetti impollinatori che sono fondamentali per l’equilibrio del nostro ecosistema.
Gli allevamenti intensivi sono tra le fonti maggiori di immissione nell’ambiente di sostanze che causano il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacci come: Gas Serra (GHC) che comprende metano (CH4), protossido d’azoto (N2O) e anidride carbonica (CO2), e Ammoniaca (NH3). (2) (3) E’ molto grave che non ci spieghino nulla a riguardo.

L’acqua è il nostro Oro Blu ci sono 2 miliardi di persone che soffrono per la mancanza d’acqua, non può venire sprecata così.
L’agricoltura e l’allevamento biologico e biodinamico sono più efficienti a livello energetico rispetto a quella intensiva in tutti i casi.
Per fare qualche esempio l’impronta idrica di un chilo di carne bovina è 15500 lt acqua, quella di un chilo di carne suina è di 6000 lt, quella di 1 litro di latte 1000 lt mentre per un 1kg di mais è di 900 lt. (4)

Erosione del Suolo: Deforestazione e Desertificazione

Ogni anno vi sono perdite e distruzione di interi parti di foreste pluviali la cui causa è la creazione di nuove aree coltivabili traducibili in produzione di cibo destinato prioritariamente agli animali d’allevamento o in coltivazioni intensive. Altre ragioni alla base di questa feroce deforestazione sono il taglio del legname da utilizzare poi come come riscaldamento e combustibile, per farci materiali cartacei e non ultimo per importanza per la richiesta sempre più alta di legno pregiato. Uno dei casi che è venuto alla luce negli ultimi anni è quello relativo alle monocolture dell’olio di palma coltivato da multinazionali senza scrupolo in Indonesia, Malesia e Filippine. Intere piantagioni di palme da olio hanno pian piano sostituito le stupende foreste pluviali la cui ricca biodiversità è unica al mondo, queste foreste sono l’unica casa al mondo per gli oranghi una specie ormai sull’orlo dell’estinzione. Inoltre le popolazioni locali hanno perso il loro habitat naturale dove erano abituate a trovare gli alimenti naturali rispettando l’ecosistema di cui facevano parte, oggi si ritrovano ridotti in schiavitù, semplici forza lavoro sfruttate da multinazionali agro alimentari. (6) Quello che avviene nel sud est asiatico con l’olio di palma è solo un esempio di quello che avviene in altre parti del mondo a nostra insaputa (es. le piantagioni dell’avocado in Cile e Messico), dobbiamo svegliarci e boicottare il più possibile queste multinazionali ei loro sistemi di monocolture che si fanno la pelle sulla Natura e sulle povera gente!!
Oltre al problema della deforestazione c’è un serio rischio anche di desertificazione, i paesi che ne sono più colpiti sono quelli in cui si allevano bovini a scopo alimentare quindi principalmente gran parte degli USA, America Centrale, America Meridionale, Australia e Africa sub-sahariana.
Le cause principali accertate per il problema della desertificazione sono cinque e sono tutte legate alle attività umane di livello industriale ovvero allevamenti intensivi, agricoltura intensiva, tecniche d’irrigazione inadeguate, deforestazione e prevenzione della riforestazione. E’ una concatenazione di cause che porta la nostra terra, il nostro suolo di norma fertile che ci produce un sacco di frutti buoni a diventare, a trasformarsi col tempo in sabbia in deserto arido che non produrrà più nulla.
Inoltre stiamo portando sull’orlo dell’estinzione un numero di specie, come 1000 all’anno, a causa della distruzione dei loro relativi habitat e ciò è veramente inaccettabile.
E sono tutti terreni che per tornare ad essere produttivi impiegano anni.

Intere foreste secolari, i polmoni del mondo, la bellezza della Creazione Naturale distrutti per il più becero, egoistico e opulento guadagno di pochi, per dei foglietti di carta chiamati soldi. E’ inconcepibile!!
Pensate bene prima di decidere cosa mangiare, fatevi guidare dalla consapevolezza nelle vostre scelte perché spesso dietro una bella bistecca si cela tanta sofferenza e tanto orrore.

Conclusioni

Amo la Natura profondamente e trovo che ciò che le viene perpetrato continuamente sia una barbarie. Bisogna tornare ad amarla e a vivere in simbiosi con Essa, il contatto lo si può trovare in modo semplice e quotidiano anche se si vive in città partendo da piccoli e graduali gesti perché è nostra Amica e ci da tutto per vivere. Seguendo anche l’esempio di Masanobu Fukuoka, vedi il video sotto, credo che con un po’ di impegno e volontà sia possibile ritornare alla Natura in modo rispettoso e senza l’utilizzo di sostanze chimiche ed Essa ci premierà con i suoi più buoni frutti. Dando Amore non puoi che ricevere Amore.

Vi consiglio inoltre la visione di questi filmati e documentari sul tema:
La rivoluzione del filo di paglia di Masanobu Fukuoka
Cowspiracy – Il segreto della sostenibilità ambientale
Punto di non ritorno – Before the Flood

Fonti
1 UNICEF, “State of the World’s Children.”
2 Inquinamento Allevamenti Intensivi Italia
3 Allevamenti Intensivi e Riscaldamento Globale
Quanta acqua serve per produrre un chilo di alimenti
5. Pesce e Mercurio
6 Deforestazione e Olio di palma

L’articolo prosegue nella parte 2.

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